Spazio Maimeri | Renzo Bergamo | Opere 1970

Ho conosciuto Renzo Bergamo quando ero poco più che ventenne. Inizialmente ci legò la passione per la Sardegna dove lui aveva deciso di vivere. Con il passare del tempo continuammo a frequentarci nel fantastico contesto della piazzetta di San Pantaleo e nel suo studio di Milano ubicato esattamente sul mio tragitto quotidiano per la fabbrica di colori. Lui era più grande di me, ma solo qualche giorno fa ho scoperto che la differenza di età era maggiore di quella che avevo sempre percepito. Ripensando al tempo trascorso insieme non posso che ammettere la mia inadeguatezza di allora, per non avere colto quanto fosse in anticipo la sua visione quasi esoterica del legame tra arte e scienza, tra universo e rappresentazione. Mi dispiace non avere avuto la possibilità di comunicargli la mia gratitudine per quanto il suo modo di intendere la vita e l’arte abbia influito sulla mia crescita. E provo rammarico fin dal giorno in cui, proprio a San Pantaleo, seppi che Renzo ci aveva lasciato. Oggi, presentando una selezione dei suoi lavori, riferiti a quel tema così profetico e a me caro, spero di poter emendare quel mio antico silenzio.
E torniamo all’Astrarte, il movimento nasce quando un gruppo di artisti e d’intellettuali, fra cui il pittore Filippo De Gasperi, si riuniscono in Via San Carpoforo a Milano e stilano un nuovo manifesto con l’idea di dar vita a una nuova forma d’arte in grado di dialogare con la Scienza, attraverso il linguaggio della fantasia e del colore.
Le opere dovranno indagare la simbologia del Cosmo delle galassie, dell’infinito, degli astri e si confronteranno con il concetto di Tempo e Spazio, quello dettato dalla teoria della relatività. Attraverso la ricerca gli astrartisti si vogliono fare interpreti della nuova realtà sociale e scientifica e desiderano con forza “liberare l’uomo dalla forza di gravità, cioè dalla sua abitudine atavica di pensare terracquea mente e non in senso cosmico”. L’essere umano deve diventare tutt’uno con l’Universo, si deve immergere nel Cosmo per vivere la sua energia vitale attraverso la forza del sogno, della magia, della mistia e di ogni forma di pensiero non convenzionale. Pensiero infatti vuole dire creazione, logos, il soffio divino agli inizi degli evi. Il rapporto tra arte e scienza sta dunque alla base di una ricerca che vuole rappresentare in temi visibili l’invisibile della materia rappresa nei suoi elementi infinitesimali, atomici, che come già successo nel finire dell’Ottocento in piena temperie positivista non può non propendere o interessarsi a tutti quei campi che stanno sul crinale tra scienza e fantascienza, tra spiritualità e spiritismo, così che i viaggi quantici corrispondano ai viaggi astrali, che l’introspezione dei raggi X o degli acceleratori di particelle corrisponda alla facoltà quasi medianica dell’artista, di rappresentare attraverso l’inconscio, per mezzo di simboli ed emblemi, il mondo sotto o infrasensibile. Di tutte queste pratiche moderne che rientrano nell’immenso dominio dell’invisibile – spiega Jean Clair – potrebbe dar conto soltanto un’arte non “retinica” di cui l’artista si proclami medium per riprender le parole di Duchamp, Boccioni, Kupka, Kandinsky, Malevic, Mondrian attraverso percorsi differenti, condivideranno questo nuovo credo, metà spirituale e metà spiritista.
Così anche Bergamo, che aderisce al movimento nel 1974, esponente a suo modo di un’arte “non retinica “è un artista di grande potenza rappresentativa – sottolinea un epistemologo come Giulio Giorello che ha cercato, riuscendovi, di dare forma visibile non alle cose così come ci appaiono nella percezione quotidiana e nemmeno ai demoni della propria interiorità, bensì alle componenti del mondo esplorato dalla scienza, particelle elementari, atomi, molecole, pianeti, stelle, galassie.    

2016

Gianni Maimeri

AD - Industria Maimeri -Milano, fondatore MPA Milano Painting Academy – Milano

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