indietro
26 ottobre 2007
Comunicato Stampa della conferenza al Festival della Scienza di Genova - 25 ottobre 2007 - ll dialogo tra Arte e Scienza nell’opera di Renzo Bergamo.

Oltre alla grande mostra Tomorrow - Il futuro sensibile, allestita nel Palazzo della Borsa di Genova e realizzata con il contributo di Enel e di National Geographic Channel (canale 402 di Sky), il Festival della Scienza 2007 propone altre occasioni di dialogo tra Arte e Scienza. Ieri, nel primo giorno della manifestazione, Philippe Daverio, giornalista, conduttore televisivo e critico d’arte, Giulio Giorello, professore di Filosofia della Scienza presso l’Università di Milano, e Stefano Moriggi, docente di Metodologia della ricerca e Metodologia delle scienze sociali all’Università di Milano, hanno animato una brillante discussione nell’ambito della conferenza EstEtica del Caos, nelle pieghe dei mondi possibili, che si è svolta nel Salone del Minor Consiglio di Palazzo Ducale.

Lo spunto viene dall’opera dell’artista Renzo Bergamo, scomparso nel 2004, che ha dedicato parte del suo lavoro alla ricerca visiva su temi scientifici come il caos, la luce e l’energia. A Bergamo, in questa edizione, il Festival dedica una mostra visitabile a Palazzo Doria (via Garibaldi 6 - primo piano, Genova). I curatori sono lo stesso Moriggi e Caterina Arancio Bergamo - moglie dell’artista e autrice di una complicata opera di catalogazione dei lavori del marito. «Sono molto felice che questo progetto si sia realizzato - ha detto in apertura di conferenza Manuela Arata, Presidente del Festival della Scienza - il merito va a Caterina e alla sua tenacia. Le faccio i miei auguri affinché l’omaggio all’opera di Renzo Bergamo abbia i migliori successi».

La conversazione tra Daverio, Giorello e Moriggi si avvia subito alla scoperta di possibili percorsi di relazione tra i linguaggi della scienza e della rappresentazione visiva. Il punto di contatto si rivela presto essere la dicotomia visibile/non visibile: «sin dal ‘400 si concretizza la divisione tra una rappresentazione come mimesis della natura, di derivazione aristotelica - dice Daverio - e una corrente neoplatonica, che punta alla rappresentazione delle idee e, successivamente, degli dei, di Dio, dei Santi». Giorello illustra il punto di vista scientifico: «fino alle teorie di Einstein la spiegazione scientifica fa uso di elementi non visibili semplici per spiegare fenomeni visibili complessi. Lo scopritore della relatività si accorge di come gli strumenti teorici siano diventati a loro volta complessi, e afferma: la scienza è arrivata all’apice della pensabilità. Da allora – dice Giorello – ne è passata di acqua sotto i ponti. Oggi la scienza è posta di fronte a nuove sfide, che mettono in crisi i tradizionali concetti di identità, sostanza e forma, per dare spazio a prospettive insospettabili».

Con la sua opera Renzo Bergamo cerca di dare un volto alla scienza di oggi «utilizzando colore, e quindi luce, non come mezzo, ma come luogo dell’espressione, come fenomeno originario» dice Stefano Moriggi. «L’opera di Bergamo potrebbe essere definita come la rappresentazione di una mitologia contemporanea» sintetizza Daverio in chiusura.